Iron and Marble, Sculptures

Nel processo di semplificazione e di sintesi, estorcendo vuoti alla materia e scomponendo la struttura dello spazio relativo alla materia soggettiva, in linee di scarico di gravità, la scultura che già dalla parola stessa rimanda al peso significante della materia stessa, taglia lo spazio mostrando soltanto linee e la pesante soggettività individuale. Questi soggetti vengono rappresentati come figure a sé stanti, privati della materia strutturale sono sostenuti soltanto dal minimo necessario. Questo minimo sono le linee che intersecano tra loro stesse e che liberano l’immaginazione da visioni soggettive. Le pesantezze soggettive e le linee del minimo necessario, trovano equilibrio da basi ellittiche fondate da tre scarichi di tensione. Il tre richiama alla triangolazione degli eventi, avente la produzione di ruvide ed spesso inaccettabili relazioni con la materia negativa o  meglio pessimistica dell’essere che tende al nichilismo di se stesso. Queste relazioni nella loro inaccettabilità, in divenire, producono il racconto della ruota che gira spinta dagli eventi, riportando al presente le nervature delle rappresentazioni passate. Ogni atteggiamento radicandosi nella coscienza storica dialoga con quelle nervature incise come in un vinile della vita e proiettandosi con prepotenza nei meandri inconsci, delle corruttive alterità e dalle reali conseguenze di cause ed effetto. Ad ogni causa si crea un effetto che genera a sua volta l’effetto di una nuova causa dal precedente storico. Il tre come fondazione delle scelte e la ruota-mulino che rimette in circolo fondando una realtà contagiata dal passato . La donazione del superfluo  che svuota l’ego della materia del lento ingombro. Strutturare il vuoto con la creazione di linee sottili saldate in punti chiave per sostenere la semplice pesantezza soggettiva dell’essere, ha la sua utilità soltanto alla presa in visione diretta che esclude tutta l’eccedenza dell’ego.